La battaglia di palle di neve di Chapel-en-le-Frith del 1691

Anche quest'anno a Chapel-en-le-Frith, nella contea del Derbyshire, avrà luogo la tradizionale battaglia di palle di neve. Tra tutte le edizioni a cui ho partecipato ricordo in particolare quella del 1691. Già, il 1691, cosa non successe nell'edizione del 1691...
Come tutti gli altri partecipanti, io, Gesù e Adam Ant, ci radunammo ai giardini pubblici, sotto il grande carrubo, e qui venimmo divisi in due squadre, gli spirituali e i carnali.
Dopo un po' di trambusto iniziale dovuto ad alcuni carnali che volevano spacciarsi per spirituali, gli schieramenti furono pronti e la madrina, che di rito da il via alla battaglia, si sistemò al centro. Quell'anno la madrina era l'odiosa Connie Cuadretti, Cuadretti con la C. Vestita con un pomposo abito da regina dei ghiacci alzò lo scettro e... niente, non lo abbassò perchè una palla di neve la centrò in pieno viso facendole volar via la corona dalla testa.
Nella battaglia di palle di neve di Chapel-en-le-Frith il ruolo della madrina è quasi sacro e un fatto simile non era successo mai, una vergogna, tra i partecipanti calò il gelo.
Il silenzio irreale venne interrotto da un carnale che urlò puntando il dito contro i primi tre spirituali che vide, "Sono stati loro, gli spirituali, li ho visti con i miei occhietti cisposi!". Inutile dire che quei tre spirituali eravamo io, Gesù e Adam Ant. Sia ben chiaro, non eravamo stati noi ma, presi dal panico, iniziammo a correre. Sembrava di stare in quel film, I Guerrieri della Notte, dove tutte le bande inseguono i guerrieri, l'unica differenza era che a noi tre ci inseguiva solo la madrina, Connie Cuadretti, caspita quanto era infuriata.
Adam Ant, che non ha mai avuto fiato per la corsa, ad un certo punto si tuffò a pesce dentro un cespuglio e lì rimase nascosto fino a primavera, Gesù invece scomparve con uno dei suoi miracoli.
Rimasi solo, Connie Cuadretti mi era alle costole e, come accade sempre nelle scene in cui uno fugge tra la vegetazione, inciampai in una radice sporgente.
La neve, che attutì la caduta,  mi ricopriva fin sopra ai capelli. Sollevai la schiena da terra, Connie Cuadretti era lì, a braccia incrociate, mi guardava dall'alto in basso con un sorriso che non aveva nulla di divertente, ero spacciato.
"Non sono stato io!" Precisai subito rimettendomi in piedi.
"Che delusione, sarebbe stato bello se per una volta tu avessi avuto il coraggio di sfidarmi." Disse Connie Cuadretti e mentre lo diceva la sua rabbia scemò e si trasformò in una lacrima, poi si girò e prese il cammino per tornare al campo di battaglia.
Quell'insolita reazione mi lasciò esterrefatto, Connie Cuadretti aveva rinunciato all'occasione di stamparmi una pigna in bocca e, cosa ancor più incredibile, aveva pianto. Provai tenerezza per quella ragazza smargiassa che avevo sempre considerato priva di sentimenti. D'accordo era manesca, ma non dimentichiamo che fu lei la prima a farmi conoscere i piaceri dell'amor.
La raggiunsi. "Connie..." dissi mettendole una mano sulla spalla.
Si voltò e la baciai. Sapeva di pino e quel bacio fu bellissimo.
Poi le nostre labbra si staccarono, mi guardò con occhi languidi, occhi che non le avevo mai visto prima e... mi mollò un pugno sul naso con tutta la forza che trovò.
Stramazzai di nuovo nella neve candida, macchiata qua e là di rosso del mio sangue.
"Ciao femminuccia, alla prossima." Mi disse allontanandosi.

Il giorno seguente le cronache della battaglia di palle di neve registrarono la squalifica degli sprirituali per oltraggio alla madrina con conseguente vittoria a tavolino dei carnali.

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