O timonier che nulla temi


ANCORA UNA DANNATA STORIA DI MARE

di

Julio Roberts


"Hey, Cabin Boy, oggi la mia dannata gamba di faggio è dannatamente gonfia di dannata umidità, perciò, mentre la cospargo di dannate foglie di dannato tabacco, la avvolgo con dannata carne secca di dannato nandù e la espongo al dannato sole mattutino, voglio che tu ti metta al dannato timone e mantenga la dannata rotta. Pensi di poterlo fare Cabin Boy?"

"Sono dannatamente certo di poterlo fare, o mio Capitano!"

"E allora fallo Cabin Boy, ma modera il dannato linguaggio. Modera il dannato linguaggio..."

FINE

Old Sea Dog

 UN'ALTRA STORIADI MARE

di

Julio Roberts

 

"Hey Old Sea Dog, raccontaci come andò quando il dannato squalo appuntito Marcelon, nel tentativo di sgranocchiare quelle tue dannate chiappe rinsecchite, ridusse a brandelli i tuoi dannati calzoni di dannata lana pizzicorina! BUUURP!"

"Ragazzi, dovete sapere che quella volta il dannato squalo appuntito Marcelon, nel tentativo di sgranocchiare queste mie dannate chiappe rinsecchite, ridusse a brandelli i miei dannati calzoni di dannata lana pizzicorina! BUUURP! Ecco come andò. Ecco come andò..."

FINE

Sesso e denaro


Icona gay

Quel giorno, tra i banchi di scuola, strappai un foglio di carta d'albicocco dal quaderno degli appunti e mentre la Signora O'Malley spiegava la differenza tra preposizioni ventricolari e preposizioni alate, scrissi, con svollazzante pennigrafia mandorlina, una dichiarazione di intenti amorosi alla dolce Lalla Leporati, la più bella della classe.
Ohhh che disinganno fu quando, dopo vari passaggi di mano, l'ahimè sbadato Juanito Mendoza disguidò il recapito consegnando il biglietto allo sbalordito Tungsteno Esposito Mahoney detto Colibrì.
A causa di quella presunta audacia mi guadagnai la fama di icona gay, fama che ancor oggi mi perseguita. Ma io non volevo essere un'icona gay, volevo solo amare la dolce Lalla Leporati.
Che tu sia per sempre maledetto Juanito Mendoza. Che tu sia per sempre maledetto.

Muriel l'inglesona

Muriel l'inglesona vendeva foulards usati in un buco all'angolo tra Oak Street e Copperas Street.
Non chiedeva che pochi Pounds per quei foulards usati Muriel l'inglesona.
Muriel l'inglesona sapeva accontentarsi.
Sapeva accontentarsi.

Surf, comunismo e rosmarino


L'estate del 1504 fu per me un'estate decisamente comunista, all'insegna del surf e del rosmarino.
A quel tempo avevo 88 anni e una folta chioma di ricci biondi da srotolare al vento. Ghinee in tasca davvero poche, avevo calcolato però che se avessi alloggiato per le vacanze nella mia tenda canadese sulla spiaggia libera di St. Ninian's Isle, nelle Shetland, le ghinee sarebbero state comunque sufficienti a garantirmi almeno un pasto al giorno per un mese.
La spiaggia libera era molto ampia, avrei potuto mettermi ovunque, tuttavia decisi di montare la tenda il più vicino possibile al balneare Cuadretti, Cuadretti con la C, così che se i morsi della fame si fossero fatti sentire, in un attimo avrei raggiunto la tipica piadineria scozzese Cuadretti.
Per i primi dieci giorni non mangiai, se non qualche trasparente pescetto crudo che ogni tanto mi ritrovavo nel costume da bagno.
Avevo in mente solo il surf. Ovviamente ghinee da spendere per un'attrezzatura degna di nota nemmeno a parlarne, usavo quindi un'asse da stiro ben fissata sotto i piedi con tiranti ad elastico e una fune a doppio cappio. Con un cappio mi cingevo la vita e all'atro agganciavo nove manici di ombrello con relativi ombrelli aperti per catturare il vento.
I dieci giorni più belli della mia vita. All'undicesimo giorno però i trasparenti pescetti crudi non mi bastarano più, morivo di fame, era arrivato il momento di fare un salto alla tipica piadineria scozzese Cuadretti.
La tipica piadineria scozzese Cuadretti era gestita dalla famiglia scozzese Cuadretti, famiglia che si rivelò ben presto essere piuttosto odiosa, soprattutto la figlia maggiore che prendeva le ordinazioni, Connie Cuadretti.
Connie Cuadretti, che aveva capelli spugnosi e un buon alito al rosmarino, mi accolse in malomodo chiedendomi:
"Tu sei il pulcioso surfista comunista che dorme nella spiaggia libera qui accanto?"
"Sono un po' comunista ma non sono pulcioso." Risposi.
"Sono un po' comunista ma non sono pulcioso." Ripetè lei facendomi il verso. "Che diavolo vuoi?" Aggiunse.
"Cosa propone oggi il menù?" Domandai ignorando la sua cafonaggine.
"Oggi abbiamo piadina con porchetta, patate e rosmarino più una bibita aromatizzata al rosmarino a 7,95 ghinee."
"Allora prenderò piadina con porchetta, patate e rosmarino più una bibita aromatizzata al rosmarino, grazie."
"Certo che prenderai piadina con porchetta, patate e rosmarino più una bibita aromatizzata al rosmarino, brutto comunista pulcioso, abbiamo solo quello!" Strillò prima di sparire in cucina con la mia ordinazione.
Quando ricomparve mi prese per la maglietta con la stampa di Pamela Anderson tirandomi a sé e ringhiò:
"Fuori il grano pulcioso, questa non è una mensa comunista."
Tirai fuori dalla tasca sette monete da 1 ghinea e 95 monetine da 1 centesimo di ghinea e le riversai sul banco delle ordinazioni scatenando tutta la sua ira.
"Pulcioso! Pulcioso! Pulcioso!" Sbraitò col suo alito al rosmarino.
Poi, fortunatamente, le cose andarono meglio perchè Connie Cuadretti riprese a prendere ordinazioni ed io venni servito al tavolo dall'unico figlio maschio dell'odiosa famiglia Cuadretti, Rudolph Cuadretti, che però, stranamente, era cheto e gentile.
Quella sera, con lo stomaco bello pieno, mi ritirai presto, chiusi la zip della canadese, mi addormentai e sognai.
Sognai il rumore delle onde SCIABORD SCIABORD e di altre onde SCIABORD SCIABORD, poi ad un tratto SCIABORD SCIABORD ZIP!
Nel sogno qualcuno si era introdotto nella mia tenda e dopo qualche manovra di assestamento, quel qualcuno, mi fece all'amor.
Il sogno era così reale che mi parve persino di sentire profumo di rosmarino provenire dallo sconosciuto che, tra l'altro, aveva capelli di consistenza spugnosa, o almeno così mi parve, non ebbi molto tempo di approfondire perchè un forte dolore al naso mi svegliò di soprassalto, come se avessi preso un pugno.
In effetti il naso mi sanguinava e la zip della tenda era aperta, dovevo proprio essermi agitato parecchio durante il sogno.
L'estate del 1504 finì ed io tornai alla mia vita di tutti i giorni, tra molte vicissitudini e poche rare soddisfazioni, tra le quali un nuovo lavoro di ombrellaio porta a porta. Il lavoro di ombrellaio porta a porta mi permise di raccimolare un po' di ghinee per le vacanze, così, l'estate del 1505 tornai a St. Ninian's Isle. Tutto era come lo avevo lasciato. O quasi tutto. Sì perchè nel frattempo l'odiosa Connie Cuadretti aveva avuto un figlio, un delizioso piccino di circa tre mesi con folti capelli biondi e ricci, chissà chi era il padre pensai.
Un giorno andai alla tipica piadineria scozzese Cuadretti e Connie Cuadretti era lì, al banco delle ordinazioni, col piccolo tra le braccia.
"Che carino è tuo figlio? Come si chiama?" Le chiesi.
"Sì è mio figlio, Ottone Cuadretti. Ma tu pulcioso comunista sei venuto per ordinare o per chiacchierare?" Sbottò bruscamente come suo solito.
"Certo, ora ordino, volevo prima dare un buffettino al piccolo Ottone. Ciao Ottone, CUCCI CUCCI CUCCI." Il piccolo Ottone Cuadretti mi rispose con un discorso a monosillabi di chiaro stampo comunista:
"Pa-pà, pa-pà..." Disse.
Poi strinse la manina e mi diede un pugnetto sul naso. Ovviamente non mi fece male, così piccino, però nei suoi occhiettini lessi che l'intento era quello di rompermi il naso.
Di rompermi il naso.